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News
20/01/2017 |
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In ricordo di Luisanna |
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Quando entra ha sempre lo sguardo di una bambina che si aspetta di essere sgridata.
Poi ci sorride con un sorriso un po' sdentato, frutto di una caduta (dice lei) o dell'impossibilità di accudire se stessa. Ci appare così indifesa e sola in questo mondo così complesso che non possiamo fare a meno di accoglierla, di cercare di proteggerla.
Per Luisanna lo Scaldasole è un rifugio dalla solitudine. Si intrufola discreta, chiedendo sempre il permesso, passa e ripassa più volte, subito dimentica di ciò che ha sentito qualche minuto prima.
Ci chiede solo di poter stare lì, seduta buona buona, a guardare quello che succede fuori di lei, indipendentemente da lei. Ci assicura che non disturberà.
Mentre gli altri ballano, lei sorride con lo sguardo un po' perso, come se nel frattempo la sua mente ritornasse a ricordi sereni. Quando non era così emarginata dalla vita, in quella bolla di silenzio che la rende quasi irreale. Un'apparizione.
Però oggi ha risposto alle nostre domande, ha aperto un varco nella sua solitudine. Ci ha detto che a volte quando rientra a casa piange, perchè non ha nessuno, e intorno avverte il vuoto. Il fratello in Svizzera che deve venire ad aggiustargli il televisore sembra una vana promessa, chissà se esiste veramente...
Come Elide, la sua amica accanitamente cercata, quel nome ripetuto, quasi ostentato: lei esiste ma le rivolge a malapena la parola. Quando sono sedute vicine, Luisanna sembra ancora più sola.
Però non si arrende, e appena qualcuno le dedica uno sguardo è ancora capace di sorridere, e sorridendo diventa bella, di una bellezza discreta e raggiante.
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